CONSERVATIVA

 “Non lavasti, non sciacquasti,
or ti trovi i denti guasti…”
(Jacovitti)

Patologia dentale

 La carie

Le carie vengono definite di primo, secondo o terzo grado a seconda che abbiano intaccato solo lo smalto o siano penetrate fino alla dentina o addirittura dentro la camera pulpare.

Chiaramente questo determina sintomi che pian piano diventano sempre più gravi: dalla semplice ipersensibilità dentale fino al dolore sordo, continuo e a momenti più accentuato per arrivare alla vera nevralgia, dolore acuto, pulsante che potrebbe coinvolgere non solo il dente interessato ma anche tutta la zona che lo circonda fino al coinvolgimento del nervo principale causando la nevralgia trigeminale.

 Ascessi

Quando una patologia acuta o sub acuta non viene trattata e diventa cronica, si può avere una tumefazione del tessuto paradontale circostante con arrossamento, senso di calore che può interessare tutta la guancia con rigonfiamento di tutte le linfoghiandole satellitari fino all’apertura di un foro di scarico detto “ascesso” dal quale esce materiale purulento pieno di batteri

 Terapia

La terapia delle carie di primo grado consiste nel ripulire lo smalto ammalato creando una nicchia ritentiva che viene otturata con un composito in genere resinoso, in quanto ormai è in disuso la cosiddetta “amalgama” formata da vari metalli che non solo è poco estetica ma contiene materiali oggi considerati dannosi per il nostro organismo primi tra i quali il piombo e il mercurio.

La procedura per la carie di secondo grado è identica solo che la preparazione è profonda e coinvolge anche la dentina.

Nella carie di terzo grado il processo carioso coinvolge anche la polpa dentale e come unica soluzione rimane il trattamento endodontico (devitalizzazione) che consiste nell’estirpare tutto il fascio vasculo-nervoso nel canale dentale per riempirlo poi di materiale inerte (in genere la guttaperca).

Chiaramente un dente trattato in quest’ultima maniera è indebolito e può essere soggetto a fratture, per cui diventa necessario rivestirlo con una corona protettiva, in genere fatta in lega di vari metalli ricoperta da resina o ceramica. Oggi esiste la possibilità che la corona sia fatta interamente di ceramica senza metallo la cosiddetta “ceramica integrale” e che permette un risultato estetico migliore specialmente quando si tratta di incisivi o canini ma che presenta l’handicap che eventuale sua frattura fa sì che il moncone rimanga completamente privo di rivestimento e peggio ancora nella situazione imbarazzante di un dente anteriore mancante.

In caso di trauma in cui è rimasta distrutta la corona, si ricorre al trattamento endodontico seguito dall’applicazione di perni canalari di rinforzo e successiva ricostruzione dell’elemento che deve per forza essere seguito dall’applicazione di una corona protettiva.

 

 

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